Écriture
320pp.
ISBN 9788856848328
Le signore dei signori della storia
a cura de Annamaria Laserra
Contributi: Arnaud Blin, Joseph Brami, Madeleine Cottenet-Hage, Paola Di Gennaro, Rosa Maria Grillo, Jean-Max Guieu, Giorgio Leonardi, Mirella Mafrici, Lénia Marques, Maria Rosaria Pelizzari, Carla Perugini, Rémy Poignault, Mara Quintarelli, Michèle Sarde, Jurgen Siess, Carmen Benito Vessels
Su un millenario teatro di scontri politici e passioni civili, sfilano in questo volume donne che hanno occupato il proscenio o le quinte della Storia in quanto madri, figlie, mogli, amanti - e a volte alter ego di grandi protagonisti d'ogni tempo. Nel larghissimo arco temporale preso in considerazione, vengono presentate donne illustri per nascita o per coraggio, sensibilità, stile di vita: figure note come Agrippina, Marguerite de Provence, Eleonora de Fonseca Pimentel; meno note come Borte Üjin, Hoojo Masako, Gracia Nasi. Affermate o sconosciute, ammirate ancora oggi o relegate ai margini della Memoria, le loro silhouette si stagliano sullo sfondo di una storia universale e testimoniano di mentalità, culture e problematiche proprie di epoche e paesi diversi e lontani.
Già da alcuni decenni gli studi storici hanno mostrato maggiore sensibilità verso il mondo femminile, estendendo il campo d'indagine a figure di protagoniste che hanno concorso al farsi della Storia. In tale prospettiva, l'obiettivo di questo volume è contribuire a fugare un'ombra che continua comunque a oscurare il ruolo delle donne: l'ombra dell'emarginazione che le mantiene ancor oggi separate in luoghi di genere. Il linguaggio corrente d'altra parte lo rivela: lo sguardo del ricercatore resterà sempre appannato fino a quando la storia delle donne resterà confinata in un mondo a sé, in uno spazio discriminante percepito come "altro", e definito ancora di recente da espressioni come secondo sesso, o altra metà del cielo.
Presentazione del volumen, Franco Angeli
"Gracia Nasi (1510-1569). Gracia e Joseph: un'aquila a due teste"
Michèle Sarde
Una delle illustrazioni di Arthur Szyk per Gli Ultimi Giorni di Shylock di Ludwig Lewisshon evoca Gracia e Joseph Nasi, la Señora e il duca di Naxos, ai tempi del loro splendore ottomano, avvolti in ricchi abiti: lei in piena luce su una specie di trono, lui dietro, in piedi nella sua ombra. Tappeti esotici sulle pareti e, dietro una finestra ad arco, una città orientale con palazzi e minareti. Su un tavolo riccamente decorato, in primo piano, un libro. Forse la famosa Bibbia di Ferrara, dedicata a Gracia, nuova Esther della comunità marrana. È una storia assai singolare: due cugini che, per vie matrimoniali, divennero anche zia e nipote, poi suocera e genero, e che s'innamorarono di un amore forse platonico ma incondizionato, e assolsero insieme a un'opera umanitaria su vasta scala mettendosi al servizio del loro popolo nel contesto della penisola iberica dei Re Cattolici e dell'impero di Solimano il Magnifico. In questa storia di gemellarità, in questo teatro di ombre, lui avrebbe gradualmente guadagnato i fuochi della ribalta, divenendo di volta in volta preferito del sultano, duca di Naxos e Maestro delle Cicladi; lei, con il suo aiuto, si sarebbe accontentata di regnare su una comunità di perseguitati, salvandola da vari disastri. Ma gradualmente la posterità avrebbe invertito l'ago della bilancia, rendendo oggi omaggio a una Signora senza macchia, mentre il suo compagno, che era salito più in alto di qualsiasi suo correligionario, é stato parcialmente demistificato a causa della sua ambizione personale, del suo gusto per gli intrighi e della sua contestabile influenza su un sultano "schiavo dei propri piaceri". [...]
Alla fine del lungo percorso di questa storia più volte secolare e così visionaria, la loro coppia mi sembra intrecciarsi da lontano come l'aquila citata da Samuel Usque, ma un'aquila a due teste.
« Gracia Nasi (1510-1569). Gracia e Joseph : un aigle à deux têtes »
Michèle Sarde
Une représentation par l'artiste Arthur Szyk des Derniers Jours de Shylock, de Ludwig
Lewisshon,évoque Gracia et Joseph Nasi, la Señora et le duc de Naxos, aux temps de leur
splendeur ottomane, dans leurs plus riches atours, elle assise en pleine lumière sur une sorte
de trône, lui debout derrière dans son ombre. Des tapis exotiques ornent les murs tandis
qu'on aperçoit au fond, derrière une fenêtre en arcade, une ville orientale,
avec ses palais et ses minarets. Sur une table richement décorée, au premier plan: un
livre. Peut-être la fameuse bible de Ferrare, dédiée à Gracia, nouvelle
Esther de la communauté marrane. C'est une bien singulière histoire que celle de
ces deux cousins qui devinrent tante et neveu (par alliance), puis belle-mère et beau fils,
s'aimèrent d'un amour peut-être platonique mais inconditionnel, et ensemble
accomplirent une oeuvre humanitaire de grande envergure au service de leur peuple, dans le contexte de
la péninsule ibérique des Rois Catholiques et de l'Empire de Soliman le Magnifique.
Dans cette histoire de gémellitude, dans ce théâtre d'ombres, lui
s'élèvera progressivement dans les feux de la rampe de l'époque et
deviendra favori du sultan, duc de Naxos et Maître des Cyclades tandis qu'avec son aide
à lui, elle se contentera de régner sur une communauté de persécutés,
qu'elle sauvera de plus d'un désastre. Mais la postérité peu à
peu inverse le balancier et rend aujourd'hui hommage à une Dame sans tâche, tandis
que son compagnon, qui montera plus haut que n'importe lequel de ses coreligionnaires, est
partiellement démythifié pour son ambition personnelle, sa pratique de l'intrigue
et sa contestable influence sur un sultan « esclave de ses plaisirs ».[...]
Au fond du long couloir de cette histoire plusieurs fois séculaire et pourtant si visionnaire,
leur couple en majesté m'apparaît entrelacé de loin comme l'aigle,
qu'a évoqué Samuel Usque, mais un aigle à deux têtes.
In Annamaria Laserra, Le signore dei signori della storia
Version française de l'auteur